Intolleranze alimentari
Rispetto al cibo non siamo tutti uguali. Latte, frumento, pomodori e carni rosse sono solo alcuni tra i cibi che potremmo non tollerare nel migliore dei modi.
Conoscere quali alimenti sono poco graditi a livello individuale e modificare di conseguenza l’alimentazione è un passo fondamentale per mantenersi in buona salute e controllare l’infiammazione.
In ciascuno di noi, cibi di per sé assolutamente sani e impiegati nell’alimentazione quotidiana possono scatenare piccole reazioni infiammatorie che si accumulano nel tempo, diventando sempre più insidiose per il nostro organismo, fino a sfociare in una serie di disturbi e malattie molto comuni e debilitanti.
Quello provocato dal cibo al nostro intestino è un processo infiammatorio lento e progressivo, che non avvertiamo per il semplice fatto che ci conviviamo da tempo. Tuttavia, i sintomi sono spesso riconoscibili: gonfiore addominale, pelle impura, difficoltà digestive, fastidi articolari e malesseri di stagione.
Talvolta, sottovalutare queste sintomatologie iniziali e non mettere in atto le opportune modifiche all’alimentazione determina l’aggravarsi dell’infiammazione e la comparsa di problematiche più gravi: dermatiti, cefalee, emicranie, artriti, tosse, cistiti e candidosi recidivanti. E’ un po’ come se il nostro organismo sopportasse l’infiammazione fino ad un determinato livello e poi, come avviene per le valvole di sfogo delle pentole a pressione, manifestasse attraverso queste malattie la propria impossibilità a sopportare ulteriormente questo stato di infiammazione latente, progressiva e ininterrotta nel tempo.
L’intestino è talmente importante da essere definito il secondo cervello. In effetti, come avviene per i nostri processi mentali e psicologici, ci deve essere una soglia di sopportazione, una sorta di goccia che fa traboccare un vaso già colmo.
Pensiamo, per esempio, a cosa avviene quando non ci troviamo bene nel nostro ambiente di lavoro. Ci andiamo tutti i giorni e, inizialmente, ci sembra di potere gestire le situazioni più antipatiche e di riuscire a sopportare la situazione di disagio. Tuttavia, il malessere quotidiano, protratto nel tempo, ininterrotto se non nelle poche settimane di vacanza, si accumula fino ad un momento nel quale, in un modo o nell’altro, esplode e ci fa dire: “Basta!”.
Introdurre nell’organismo cibi che non vanno d’accordo con l’apparato digerente e infiammano l’intestino è un qualcosa che può essere sopportato e gestito dalle nostre difese, ma fino ad un certo punto. Poi anche il corpo dice, attraverso il suo linguaggio, un forte “Basta!”.
La correlazione tra alimentazione, processi infiammatori e malesseri collegati è piuttosto recente. Le evidenze scientifiche che dimostrano con estrema chiarezza questi meccanismi hanno dato il via ad una serie di ricerche finalizzate ad individuare e fermare la cascata degli eventi conseguente ad una alimentazione scorretta. Oggi, è possibile decifrare i segnali di allarme lanciati dal nostro organismo prima che questi divengano ingestibili. Recaller è un programma che consente di valutare il livello di infiammazione, di individuare gli alimenti che il singolo soggetto non gradisce e di indicare una strada personalizzata per modificare gradualmente l’alimentazione e risolvere i processi infiammatori fino al recupero totale della tolleranza per quel dato alimento.
La farmacia propone in associazione con il test Recaller, il test per il controllo dello stress ossidativo. In questo modo si riesce ad ottimizzare il beneficio della dieta a rotazione sulla diminuzione dell’infiammazione, con un consiglio di integrazione personalizzato.