Psoriasi: sintomi e cura
Cosa è la Psoriasi?
La psoriasi è il risultato di un processo di produzione dell’epidermide troppo accelerato.
In genere le cellule della pelle crescono nella zona sottocutanea e lentamente salgono in superficie per poi infine cadere. Il ciclo di vita di una cellula della pelle è stimato essere approssimativamente di un mese, ma nelle persone affette da tale patologia, questo processo di produzione può avvenire in pochi giorni e le cellule non hanno quindi il tempo sufficiente per cadere.
Questa rapida sovrapproduzione di cellule porta all’accumulo dell’epidermide che forma squame localizzate in genere sulle articolazioni, come gomiti e ginocchia, anche se possono svilupparsi in qualsiasi parte del corpo, tra cui: mani, piedi, collo, cuoio capelluto viso.
Psoriasi al cuoio capelluto e tipi di psoriasi meno comuni
Tipi di psoriasi meno comuni colpiscono le unghie e la bocca. Le aree possono essere piccole e circoscritte come quelle sul cuoio capelluto o sul gomito o coprire la maggior parte del corpo.
Sintomi della psoriasi
I sintomi più comuni della psoriasi includono: chiazze rossastre, pelle secca che può screpolarsi e sanguinare, dolore intorno alla zona colpita, sensazione di prurito o bruciore e articolazioni dolorose o gonfie.
I sintomi differiscono da individuo ad individuo e dipendono dal tipo di psoriasi.
La maggior parte dei pazienti attraversa una sintomatologia ciclica che può causare sintomi gravi per alcuni giorni o settimane, quindi i sintomi possono risolversi ed essere quasi impercettibili oppure riacutizzarsi se entrano in gioco fattori scatenanti.
Cause più comuni della psoriasi
La psoriasi è comunemente associata a diverse altre condizioni tra cui: diabete di tipo 2, alcune forme di infiammazioni intestinali, artrite, ansia e depressione.
La ricerca non ha ancora dato risposte certe su cosa provochi la malattia tuttavia sembrano esserci due fattori chiave certamente coinvolti: la genetica e il sistema immunitario.
Il ruolo del sistema immunitario nella psoriasi
La psoriasi è una condizione autoimmune tale per cui, se normalmente i globuli bianchi vengono impiegati per attaccare e distruggere i batteri invasori, in questo caso i globuli bianchi, noti come cellule T, attaccano invece erroneamente le cellule della pelle. Questo attacco errato provoca, come si è visto, un processo di produzione sproporzionato delle cellule dell’epidermide.
La produzione accelerata fa sì che le nuove cellule si sviluppino troppo rapidamente, siano spinte sulla superficie della pelle, dove si accumulano e creano le tipiche placche comunemente associate alla psoriasi.
La genetica e lo sviluppo della psoriasi
Alcune persone ereditano geni che le rendono più propense a sviluppare la psoriasi. La percentuale di pazienti che hanno sia la psoriasi e sia una predisposizione genetica è tuttavia scarsa.
Secondo il NPF (National Psoriasis Foundation), circa il 10% delle persone eredita geni che aumentano la probabilità di essere affetti da psoriasi, di questo 10%, tuttavia, solo il 2-3% sviluppa effettivamente il disturbo.
I ricercatori hanno identificato circa 25 varianti genetiche che possono aumentare il rischio di psoriasi, si ritiene che tali varianti causino mutamenti nel comportamento delle cellule T che normalmente combattono gli invasori nocivi, come virus e batteri.
Abbiamo visto come nei pazienti affetti da psoriasi invece, le cellule T attacchino anche le cellule della pelle sane provocando una serie di reazioni, tra cui: l’ingrandimento dei vasi sanguigni, l’aumento dei globuli bianchi che stimolano la pelle a produrre nuove cellule più rapidamente del solito, l’aumento delle cellule della pelle, delle cellule T e delle cellule del sistema immunitario e l’accumulo di nuove cellule epiteliali sulla superficie della pelle. Tutti questi fattori però si verificano in risposta a un “trigger”, cioè a causa di determinati fattori scatenanti.
Questi possono essere correlati a circostanze ambientali o fisiche quali ad esempio: temperature fredde, alcol, fumo, altre patologie autoimmuni (come l’HIV o l’artrite reumatoide), infezioni che indeboliscono il sistema immunitario (come mal di gola), lesioni della pelle (come un taglio, una puntura d’insetto o una scottatura solare), stress e tensione eccessivi, alcuni farmaci, tra cui litio, beta-bloccanti e farmaci antimalarici.
I “trigger” esterni possono dar vita ad un nuovo attacco di psoriasi; ovviamente non sono gli stessi per tutti e potrebbero variare nel tempo anche in una stessa persona.
Curare l’alimentazione
L’alimentazione può rappresentare un fattore chiave, mangiare meglio, quindi, potrebbe ridurre i sintomi.
Perdere peso può ridurre la gravità della patologia e può anche rendere i trattamenti più efficaci come lo è seguire una dieta salutare, ridurre l’assunzione di grassi saturi e aumentare l’assunzione di proteine che contengono acidi grassi omega-3, come salmone, sardine e gamberi (fonti vegetali di omega-3 includono noci, semi di lino e semi di soia).
Alimenti che potrebbero peggiorare la psoriasi
Alcuni alimenti al contrario, quali ad esempio carne rossa, zucchero raffinato e latticini, causano infiammazione ed evitarli potrebbe migliorare i sintomi.
Lo stress come possibile fattore scatenante
Anche lo stress è un fattore scatenante per la psoriasi. Imparare a gestire e affrontare la tensione può ridurre le riacutizzazioni e ad alleviare i sintomi. Le persone con psoriasi hanno maggiori probabilità di sperimentare problemi di depressione e autostima.
Psoriasi e artrite
Secondo le recenti linee guida dell’AAD e del NPF al 30-33% delle persone affette psoriasi viene diagnosticata anche l’artrite psoriasica, una condizione cronica, che provoca gonfiore, dolore e infiammazione nelle articolazioni colpite.
Come la psoriasi, i sintomi dell’artrite possono andare e venire, alternando riacutizzazioni e remissione.
I trattamenti per l’artrite psoriasica possono alleviare con successo i sintomi e il dolore e migliorare la mobilità articolare.
Come per la psoriasi, la perdita di peso, il mantenimento di una dieta sana possono aiutare a ridurne le riacutizzazioni. Una diagnosi precoce e un trattamento adeguato inoltre possono diminuire la probabilità di gravi complicanze, incluso il danno articolare.
Trattamenti per curare la psoriasi
I trattamenti tradizionali per la psoriasi variano a seconda della gravità dei sintomi, della zona interessata, nonché della risposta del paziente e comprendono: corticosteroidi topici, retinoidi topici che contengono vitamina A e acido salicilico.
I trattamenti per i focolai gravi includono: farmaci sistemici o immunosoppressori biologici. La fototerapia e le terapie laser inoltre possono integrare altri trattamenti.
Probiotici
I ricercatori ritengono che anche i probiotici possano avere un impatto positivo sul controllo e persino sulla prevenzione dell’infiammazione cronica causata dalla psoriasi.
La pelle è la prima linea di difesa del corpo contro sostanze tossiche e agenti patogeni ed è per questo provvista di un arsenale di cellule immunitarie e mediatori antimicrobici. Agisce quindi in simbiosi con il microbioma cutaneo che educa il sistema immunitario a tollerare i microrganismi residenti e allo stesso tempo è in grado di rispondere efficacemente contro i patogeni. Inoltre, il microbioma cutaneo conferisce numerosi benefici all’ospite, tra cui il mantenimento della barriera cutanea e la modulazione della risposta infiammatoria.
Dato il ruolo basilare che ricopre nell’immunità, non sorprende che il microbioma cutaneo sia stato studiato per il trattamento della psoriasi.
Il corpo umano contiene 100 trilioni di microbi, che sono collettivamente chiamati microbiota. Il termine microbioma si riferisce invece al materiale genetico di cui sono composti questi microbi, è molto diversificato e svolge un ruolo chiave nella salute perchè influenza il modo in cui il corpo combatte i germi, controlla l’attività immunitaria e aiuta l’assimilazione delle sostanze nutritive. Esso può persino influenzare l’umore e i processi psicologici.
L’importanza del macrobiota intestinale
Un numero crescente di prove suggerisce che uno squilibrio di batteri nell’intestino, o disbiosi gastrointestinale, può causare la psoriasi e altre malattie infiammatorie.
Uno studio del 2015 ha dimostrato che i pazienti affetti da questa patologia hanno meno diversità nel microbiota intestinale rispetto agli individui sani.
Uno studio del 2018 ha rilevato invece una maggiore diversità, ma una ridotta stabilità del microbioma cutaneo nelle persone con psoriasi.
Considerando il ruolo significativo che i microbi svolgono nella salute umana, non sorprende che gli squilibri nel microbiota possano scatenare malattie come la sindrome dell’intestino irritabile, le malattie infiammatorie intestinali e l’obesità.